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Maria Buonavoglia
Ci sono le sue mani nel film "IL DIAVOLO VESTE PRADA"

   



    • Maria Buonavoglia, per tutti solo Mariolina

Maria Buonavoglia, per tutti noi semplicemente Mariolina !

Una storia, quella della sua famiglia, di “normale emigrazione” verso Roma avvenuta nella metà degli anni ’60.

Ma è grazie a questo trasferimento che prenderà corpo e vita la storia di Maria, che mai ha dimenticato la sua Acerenza, ancora oggi sempre nei suoi pensieri.    


  • La famiglia di Mariolina  

Nel 1966 la famiglia Buonavoglia si trasferisce a Roma.

Famiglia numerosa, composta da papà Canio, mamma Maddalena ed i cinque figli: Tonino, Maria (la nostra Mariolina), Guido, Lella e Gisella. Poi a Roma, nel 1968, nacque anche Lucio.

Papà Canio lo ricordano tutti come un gran lavoratore, provvisto di un insolito spirito d’iniziativa. Prima della nuova vita a Roma, ad Acerenza aveva provato ad avviare diverse attività, come quelle di: rivenditore di auto “Innocenti”, venditore di legna acquistando una grande sega a nastro, di impresa di pompe funebri. Ma nessuna di queste trovò il riscontro atteso ed allora si vide costretto ad una soluzione radicale: trasferire tutta la famiglia a Roma, dove intanto aveva trovato un buon lavoro.

Maria ad Acerenza con una parte della famiglia
Maria con il fratello Guido

    • La sua avvincente storia 

Nel 1966 Maria aveva quattordici anni e doveva avviarsi agli studi superiori.

A Roma venne iscritta dai genitori alle scuole magistrali perché volevano che facesse la maestra. Ma, al contrario, questo non era il futuro che immaginava. Il suo desiderio era un altro.

Alla fine del primo anno di scuola decise di trovarsi un lavoro, almeno per il periodo estivo.

E così su Il Messaggero di Roma cercò tra gli annunci di lavoro e ne trovò uno che poteva interessarla: il noto laboratorio di pellicceria Giancarlo Ripà cercava un’apprendista.

Si presentò al colloquio, andò tutto bene e Maria venne assunta!

Il mondo della sartoria, dei tessuti, dei bottoni, dei lustrini le era sempre piaciuto.

Ad Acerenza non aveva mai frequentato il laboratorio casalingo di nessuna sarta (la mastr’), però spesso accadeva che entrava nel negozio di Zio Canio Caramuta (Z’Caniocc’ ) e Zia Elena (Z’L’nocc’), in piazza, e guardava estasiata con occhi di bimba tutto quel ben di dio di bottoni, lustrini ed accessori che non solo le sarte del paese, ma anche le altre donne andavano ad acquistare. E Maria, che aveva una naturale predisposizione, riusciva a trovare l’abbinamento migliore tra i bottoni ed il tessuto che le donne portavano in negozio.

I genitori, però, non condivisero la scelta di Maria, sia per la sua età (aveva solo 15 anni), sia perché volevano che continuasse a studiare per fare la maestra!

Però la vedevano contenta. Si svegliava presto per andare a lavorare con il piacere di farlo e rincasava stanca, ma sempre soddisfatta.

E così, dopo un primo lungo periodo di “silenziosa disapprovazione” (per qualche mese le hanno tenuto il broncio …), papà Canio e mamma Maddalena dovettero accettare la scelta della loro figlia Maria.   


    • Maria artista della pellicceria di alto livello

Maria, anche dopo tanti anni, ricorda ancora molto bene il suo primo giorno di lavoro del 1967, perché è da lì che è partita la sua carriera di artista della pellicceria d’alta moda.

Al termine del primo giorno di lavoro, a Maria venne impartito un ordine preciso: con la scopa doveva spazzare tutto il laboratorio dove avevano lavorato le macchiniste e gli operatori pellicciai e, prima di raccogliere il tutto per riporlo nella pattumiera, con una calamita doveva recuperare i chiodi che erano caduti sul pavimento dello stanzone. I chiodi, usati nella lavorazione e nel confezionamento delle pellicce, erano materiale prezioso da recuperare perché dovevano essere riutilizzati per le lavorazioni successive.

Così come ricorda la prima busta paga settimanale (perché prima gli operai erano pagati settimanalmente): vi trovò 3.000 lire, una cifra!

Ma la sorpresa vera arrivò nella seconda settimana. Maria prese la busta paga ed andò via. Controllò il contenuto e si accorse che la busta conteneva 4.000 lire, una cifra molto più alta del dovuto. Tornò indietro e fece notare al titolare, il Sig. Giancarlo Ripà, che forse s’era stato un errore nel calcolo del suo salario. Ma subito venne interrotta e le disse che non c’era nessun errore; la cifra aggiuntiva era un premio per quello che aveva mostrato in quella settimana !

Ormai lavorava e guadagnava. E questo le permetteva finalmente di poter comprare il cappotto alle sue sorelle, a Gisella e Lella. Ma non solo.

Nel 1968 era nato Lucio, l’ultimo dei fratelli. Era il periodo di Natale ed a Piazza di Spagna tutti facevano le foto con Babbo Natale. Anche Maria aveva questo grande desiderio: poter fare la foto natalizia con tutti i suoi fratelli … ma costava “un botto”. Non vi rinunciò, però, pur di vedere felici tutti i suoi fratelli.

Intanto il lavoro proseguiva e si evidenziava sempre più la sua abilità tecnica nel maneggiare i materiali e le attrezzature del laboratorio.

Ma era soprattutto l’inventiva e la creatività, oltre alla sua naturale infaticabilità (ancora oggi Maria lavora fino a tarda ora) che l’hanno portata velocemente ad “assorbire con gli occhi" le abilità che vedeva manifestarsi nel laboratorio.

I titolari notarono queste cose e le consentirono di crescere, affidandole compiti sempre più impegnativi.

Ma a un certo punto accade qualcosa di importante, di molto importante!

Nasce un rapporto affettivo con Mario Ripà, uno dei titolari ed abilissimo creatore di pellicce dalle mani d’oro, da cui Mariolina sicuramente apprende molta della tecnica che ancora oggi, dopo quarantasei anni di laboratorio, è lì intatta nelle sue mani e nella sua testa.

Mariolina e Mario si sposano nel 1975 e dal loro matrimonio nascono i due figli, Alessandro e Stefano.

Ancora oggi Maria divide il lavoro e la vita con Mario, vita densa di avvenimenti che ha saputo reggere molto bene, come facevano le nostre grandi donne: le nostre nonne e le nostra mamme!   

    

Maria con il papà Canio
Maria con il marito Mario Ripà

    • Lo sfavillante mondo della pellicceria d’alta moda

Agli inizi degli anni ’70 il marchio “Giancarlo Ripà “ era nel settore della pellicceria d’alta moda una marchio molto noto, e negli anni successivi ha accresciuto ulteriormente il suo posizionamento anche sui mercati internazionali, come Stati Uniti e Germania, fino a vedere esposto uno dei suoi modelli, “SINTESI“, al Metropolitan Museum di New York.

A Maria vennero affidati incarichi sempre più importanti.

Dalle prime sfilate di Piazza di Spagna (Trinità dei Monti), alle fiere in Germania (Francoforte), alle sfilate negli Stati Uniti. Ancora racconta di una sfilata a Francoforte quando, in chiusura dell’evento, gli applausi furono così fragorosi che si videro tremare i lampadari ..!

Un crescendo, insomma, di attività, di successi, di applicazione maniacale per la perfezione.

Ed è questa costanza, questa ricerca della perfezione che porta Maria ad incontrare anche il maestro dei maestri: VALENTINO. 

Accade negli anni ’80, quando i Ripà realizzano per Valentino una piccola collezione, che viene molto apprezzata dal grande stilista. Maria incontra personalmente Valentino in un colloquio a due. Ed ancora oggi ne parla con forte emozione e legittimo compiacimento.

Poi, vicende alterne, portano l’azienda ad intercettare un altro grande marchio, con cui ancora oggi Mariolina e Mario continuano la loro collaborazione: la Maison FENDI.

Lo stilista Valentino

    • I films dove Mariolina ... ci ha messo le mani!

Ma le mani di Mariolina sono presenti anche in diversi films, nei quali i protagonisti indossano le pellicce realizzate per il marchio “Ripà” o, ancor di più, per il marchio “FENDI” , pellicce che spesso sono pezzi unici ed esclusivi.


Il primo suo ricordo è per il film “La prima notte di quiete” del 1972, protagonista Alain Delon. 


Uno dei personaggi, Elvira, impersonato da Nicoletta Rizzi, nel film indossa una pelliccia di giaguaro interamente cucita da Maria.



Poi nel 1982 c’è il film “Attila flagello di Dio”, con Diego Abatantuono. 





Ma è con il grande film internazionale “ IL DIAVOLO VESTE PRADA ” del 2006, protagonista la grande Maryl Streep, che Maria vede realizzarsi un sogno del tutto inatteso. 

Tutte le pellicce, a marchio FENDI, che la protagonista Miranda Priestly (interpretata da Maryl Streep) indossa nel film sono passate tra le mani di Mariolina.






Nel rivedere queste immagini si coglie forte l’emozione, che cresce ancor di più quando parla della pelliccia verde che, sempre per FENDI, venne da loro realizzata ed indossata da Anna Wintour, la mitica e temutissima direttrice di VOGUE che ha ispirato il “Il diavolo veste Prada”, pelliccia che compare anche nel film.


Mariolina che descrive la particolare lavorazione del collo della pelliccia indossata da Maryl Streep


    • Alcune lavorazioni realizzate dalla nostra Maria e dal marito Mario

Qualche immagine per comprendere le particolari lavorazioni: 



    • Il finale di questa storia ...

Il finale di questa storia di vita e di grande lavoro per fortuna non è ancora scritto.

La passione per il lavoro tiene ancora oggi incollati al loro posto Mariolina e Mario, ad immaginare nuovi modelli, a sperimentare nuove lavorazioni, a suggerire agli stilisti nuove combinazioni di materiali diversi per plasmare pezzi unici destinati a clienti esclusivi.

Molto altro merita di essere raccontato, ma questo lo rimandiamo ad una seconda puntata.   


Dino Salese  (Pescara, agosto 2013)

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