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ACERENZA ITALIA
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Quartiere Italia, Via Acqui Terme





Camillo Cordasco
Straordinaria storia di impegno civile





    • Camillo Cordasco  

Nasce ad Acerenza nel 1953, dove trascorre alcuni anni della sua vita, prima di trasferirsi in Piemonte con la sua famiglia. Oggi vive ad Acqui Terme (Alessandria) dove lavora.

Nel 1972 si diploma come Perito Meccanico presso l’Istituto Tecnico Industriale “A. Volta” di Alessandria.

Dopo aver assolto gli obblighi di leva, collabora presso uno studio tecnico di Acqui Terme e nel 1976 entra nelle Terme di Acqui in qualità di addetto all’ufficio tecnico fino al 2003, per poi diventare Responsabile Tecnico della nota azienda termale.

Fin da giovanissimo molte sono le sue passioni: l’ambiente, la natura, gli animali, la tecnica, la storia dell'aviazione, la fotografia e il disegno naturalistico.

Passioni che segneranno profondamente tutta la sua vita.


 
 

  • Una delle sue passioni: la conservazione ambientale

Dal 1966 è impegnato nel settore della conservazione ambientale e naturalista, con interessi prevalenti in campo ornitologico, oltre ad essere stato disegnatore e fotografo naturalistico dilettante per alcune pubblicazioni didattiche ambientali.

Dal 1991 è responsabile dell’OASI naturalistica “Garzaia Valle Bormida” nel comune di Sessame (AT) su incarico del W.W.F. Italia (www.promotus.it/wwf-asti/oasivalbormida.htm ).


Come si può leggere nel sito della riserva, “ …. Si tratta di un lembo di terra che si affaccia in riva sinistra sul fiume Bormida di Millesimo.
Esemplari maestosi di salici bianchi e pioppi, associati ad altre essenze tipiche dei boschi ripariali ospitano una grande colonia di aironi cenerini (Ardea cinerea), la cui protezione ha spinto gli attivisti del WWF a creare un rifugio che si è concretizzato con la protezione assoluta del sito. Oltre agli aironi cenerini si possono incontrare numerosi altri uccelli caratteristici delle zone fluviali e lacustri, quali anatidi, sterne, ardeidi, ecc.

Anche se si tratta di una piccolissima porzione riparia, la garzaia, per ora, è l'unica zona protetta del fiume Bormida. "
Essa assume un significato particolare, un segno dell'impegno ambientalista, se si considerano le tristi vicende legate all'industria chimica ACNA, responsabile in passato di notevoli e drammatici inquinamenti delle acque e più in generale dell'intera Val Bormida. “


 
 

  • Un'altra delle sue passioni: la storia e la tecnica aeronautica

Dal 1966 
Ma c’è anche un’altra passione, quella che dal 1970 lo porta ad interessarsi della storia e della tecnica aeronautica, dalle origini del volo ad oggi.

Tale è stata la sua caparbietà di impegno che dal 2009 collabora con lo Studio Aviation Graphics per la realizzazione di tavole grafiche con soggetti aeronautici. 

A questo link www.aviationgraphic.com/content/44-camillo-cordasco i tanti elaborati di Camillo Cordasco.

La passione, la competenza e la forza di chi, da autodidatta, si è perfezionato nell’uso di programmi di disegno che oggi gli consentono di realizzare i famosi velivoli della “Regia Aeronautica” del secondo conflitto mondiale.




 
 

    • Il forte impegno civile di una vita: l’ACNA di Cengio

Ma è il forte impegno civile che segnerà Camillo Cordasco e che lo vedrà protagonista in una delle più importanti battaglie ambientali che si sono svolte in Italia: la lotta per la chiusura dell’ACNA di Cengio (Savona).

L'A.C.N.A., acronimo di Azienda Coloranti Nazionali e Affini, (controllata anche dalla Montedison) è stata un'importante azienda chimica italiana attiva dal 1929 al 1999 a Cengio (Savona) con lo stabilimento principale, oltre che a Cesano Maderno e Rho, azienda nota soprattutto per l'inquinamento di terreni e delle acque legato alle sue attività.

“ Hai mai visto Bormida? Ha l'acqua color del sangue raggrumato, perché porta via i rifiuti delle fabbriche di Cengio e sulle rive non cresce più un filo d'erba. Un'acqua più porca e avvelenata, che ti mette freddo nel midollo, specie a vederla di notte sotto la luna. “

Così lo scrittore di Alba (Cuneo) Beppe Fenoglio nel suo “Un giorno di fuoco” (Einaudi, pubblicato postumo).

“ … Un manifesto annuncia un premio di poesia sulle rive della Bormida, che è il fiume più inquinato d' Europa dove l' acqua si confonde con l' ammoniaca, coi coloranti, con il polivinilcloruro e dove le sponde talvolta sono rosse, altre volte lambite da macchie di acidi e veleni che scorrono trascinati dalla corrente. “


“ … Di là dei cancelli dell' Acna c' è come un altro mondo, in quegli 80 ettari di capannoni, torri, di vasche di depurazione e di sospetti depositi dove vengono infilati fusti pieni di rifiuti tossico-nocivi, pare un volume di un milione di metri cubi, dove penzola sinistramente una manica a vento a strisce biancorosse: ci sono 811 dipendenti che si sentono da una parte vittime sacrificate alle esigenze della tecnologia e dall' altra pedine di uno scontro a somma zero, loro da un lato, dall' altra gli abitanti della valle esasperati da questa lunga agonia ambientale. “

Così scriveva l’inviato di La Repubblica Leonardo Coen il 19 dicembre 1987 nell’articolo “Il fiume dei veleni”.

Sull’ACNA di Cengio si può leggere su Wikipedia:

“ Nel 1969 venne chiuso l'acquedotto di Strevi, a oltre 100 km di distanza da Cengio: le acque del fiume si tingevano di un colore diverso ogni giorno. Nel 1970 il sindaco di Acqui Terme sporse denuncia contro ignoti per avvelenamento di acque destinate al consumo umano. Nel 1974 vennero denunciati i dirigenti dell'ACNA, che quattro anni dopo saranno assolti.

L' 11 maggio 1979 esplose il reparto del cloruro di alluminio e morirono due operai. Nella fabbrica avveniva il 65% della produzione mondiale di questo composto e si temeva per le sorti dello stabilimento, ma soprattutto si tornò a chiedere a gran voce all'ACNA il rispetto delle leggi, per la sicurezza dei lavoratori e degli abitanti della zona.

Il 20 marzo 1988, nel corso della manifestazione organizzata dall'Associazione per la Rinascita della Valle Bormida, oltre ottomila persone sfilarono per le vie di Cengio, chiedendo la chiusura della fabbrica e il ricollocamento dei 700 operai ancora al lavoro. I sindacati si schierarono con l'azienda a difendere i posti di lavoro, nonostante i forti ridimensionamenti operati dalla proprietà pochi anni prima. “


 
ACNA
Manifestazioni contro l'ACNA
 
…. E ovviamente Massimo Salamano e Camillo Cordasco, due pionieri che già negli anni ’70 avevano il passatempo di mandare a prelevare campioni di acqua velenosa (ndr: di notte con lo scooter insieme alla moglie) , spedirli all’Università di Torino per farli analizzare, scrivere lettere su lettere alle autorità competenti, eccetera eccetera. Ognuno si diverte come può… I campioni li prelevava la Rosanna del mulino di Saliceto, che l’acqua del Bormida gli ha corroso pure le pale, e se li teneva in cucina dentro il frigorifero, e attenti che i bambini non provino a berseli, che sembra Coca Cola. ….”

Così Alessandro Hellmann nel suo “Cent’anni di veleno. Il caso Acna: l'ultima guerra civile italiana” in cui si racconta della vicenda dell’ACNA di Cengio (Savona) e del grave disastro ambientale della Valle Bormida.


 
 
 
Rosanna del Mulino


Nei bui anni ottanta, quando Salamano, Barabino e Cordasco da Acqui Terme preparavano i loro dossier, quasi da soli, contro l’ ACNA, avevano trovato in Rosa Barbiero in Vivalda, la mitica Rosanna del Mulino, l’ unico appoggio nell’ Alta Valle Bormida.
E l’ “Associazione per la Rinascita della Valle Bormida” è stata fondata in una casa messa da lei a disposizione la domenica del 6 settembre 1987, con gruppi da tutta la valle.

E quella domenica del 1987 c’èra anche il nostro Camillo Cordasco.


Dino Salese  (Pescara, aprile 2013)

 
 
 
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