Acerenza diffusa in Italia e nel Mondo

Vai ai contenuti
Da Acerenzadiffusa in Italia e nel Mondo
Quartiere Canada, Via Princeville


 


Michele e Antonio De Bonis
Un binomio perfetto

                  


Princeville (Canada)
Logo della NATART

    • I fratelli De Bonis 

Michele nasce ad Acerenza nel 1965 dove resta fino all’età di 17 anni, prima di iniziare la sua avventura nel mondo.

Antonio, più piccolo, nasce anch’egli ad Acerenza nel 1974 e vi resta fino all’età di 15 anni, prima di raggiungere il fratello Michele, che lo chiama a Roma per condividere con lui la grande avventura.

Dal 1995 i fratelli De Bonis vivono in Canada, a Princeville nel Quebec, cittadina di 6.600 abitanti situata tra Montreal e Quebec City.

Dirigono un’azienda familiare, la NATART Juvenile, azienda di produzione e commercializzazione di camerette per bambini.

Michele è il Vice Presidente dell’azienda e si occupa di design e produzione.

Antonio è il Presidente della NATART Juvenile e si occupa di amministrazione e vendite.

Ma la NATART è il punto di arrivo dei fratelli DE BONIS, del “binomio perfetto” come lo definisce Michele.

Ma da dove comincia la loro storia, qual è il punto di partenza?


  • Michele è un pastorello di sette anni … ma poi arriva la “libertà”

Michele racconta la sua infanzia e si emoziona ancora oggi, tanto!

Ha fatto il pastorello dai 7 ai 12 anni e nel tempo che restava, molto poco, frequentava anche la scuola.

Si alzava tutti i giorni alle quattro del mattino. Mentre il papà Donato mungeva le mucche, Michele puliva la stalla ed alle cinque … via al pascolo con portava le mucche, fino alle 7,30. Poi di corsa si preparava ed andava a scuola.
Appena dopo pranzo, alle 14 usciva di nuovo con le mucche e fino a sera.

La prima e grande preoccupazione di Michele era quella di trovare i pascoli abbondanti per questi suoi animali, dove avrebbero potuto saziarsi e questa ricerca non era facile.

I pomeriggi di Michele erano tutti uguali, tutto l’anno.

Per lui il calendario era anonimo. Non esisteva il sabato, la domenica, il Natale, la Pasqua, la Festa di San Canio, la Festa di Sant’Antonio, il Ferragosto.

Molti di questi giorni, che erano di festa per gli altri, Michele li trascorreva da solo.

Pochissimi sono stati quelli trascorsi con amici e sempre al pascolo. Molti di loro si annoiavano e poi non tornavano più a trovarlo …
Michele, però, capiva i suoi amici e non serbava alcun rancore verso di loro.

Ed ancora oggi dice: “Non avevo una vita da bambino normale. Non ero libero!! “

I pomeriggi di Michele erano legati anche alla temperatura, alla pioggia, ai lampi, ai tuoni, al vento,alla nebbia, alla neve. E lì diventava tutto più difficile, perché le mucche non avevano paura di nulla, mentre lui se la faceva sotto. E nonostante questo, doveva seguirle con ogni tempo ed evitare di danneggiare vigneti, orti, frutteti e campi. A volte accadeva proprio questo, che una mucca si staccava dal gruppo e andava in qualche campo, distruggendo tutto. Allora Michele doveva ripristinare i luoghi e cancellare ogni traccia del loro passaggio.

Spesso nei lunghi pomeriggi di solitudine si divertiva a tagliare rami di alberi per ricavarne fionde, archi, frecce, fischietti con forme particolari. Oppure giocava con le mucche e i due cavalli che aveva, saltando dall’uno all’altro facendo delle galoppate, anche in piedi come al circo, facendo rodeo con piccoli vitelli.

Proprio per questo, il grande sogno di Michele era quello di diventare famoso lavorando nel mondo del cinema come stunt-man, vista la dimestichezza che aveva acquisito a saltare muri, a salire alberi ed a cavalcare animali, come una piccola scimmia !!

Il papà di Michele era fiero di lui, perché svolgeva bene tutte le attività di pastorello.

Invece la mamma Assunta non era contenta della vita che faceva il piccolo Michele e litigava sempre con papà Donato: gli diceva che non era un buon lavoro, che era faticoso e non adatto a un bambino.

E fu così che in un pomeriggio di pieno di sole del giugno del 1977, mentre era al pascolo, il papà di Michele lo raggiunse e, con aria sorridente, gli annunciò che quello per lui sarebbe stato l'ultimo giorno di pascolo perché aveva venduto le mucche!!!

Michele ancora oggi ricorda la sensazione che provò allora: si sentì libero, dopo aver trascorso cinque anni rinchiuso in una gabbia.

Queste le sue parole: “Passai una notte lunghissima senza dormire. Mi alzai presto e andai in campagna. Mi misi a correre come un pazzo. E correvo, correvo e ridevo. E piangevo, piangevo e ridevo. Ed urlavo: è finita, è finita, è finita...... ERO LIBERO!!”

Michele De Bonis
Michele e Antonio De Bonis

    • Michele e le prime esperienze di lavoro ad Acerenza

Il futuro dei fratelli De Bonis è stato plasmato da nonno Saverio, come ben ricorda Michele.

Nonno Saverio era amante del legno: realizzava bastoni e riparava porte e finestre in legno.

Un amore, quello della lavorazione del legno, trasmesso al nipotino, che da bambino si recava, di nascosto e senza paura, in compagnia di amici nei pressi del " Uaddun' la P'éijl' ", alla ricerca di tavole abbandonate, tavole che rappresentavano la materia prima per lavorare nel tempo libero, modellando oggetti.

Terminata la scuola, dopo una breve esperienza nel mondo della meccanica come apprendista presso un' autofficina di Acerenza, nel 1978 per Michele giunge inaspettata una "grandiosa opportunità": inizia ufficialmente la "sua relazione amorosa" con il legno presso la Falegnameria Salandra.

Ed è proprio lì che impara l’uso dei macchinari e delle loro attrezzature. Ma soprattutto è lì apprende le tecniche di lavorazione del legname per la realizzazione di porte e finestre, tecniche che Michele farà sue e che nel tempo affinerà.

Ma dentro di lui iniziava ad affacciarsi un senso di insofferenza.

Michele cercava di esternare tutta la fantasia e l'inventiva che giorno dopo giorno crescevano nella sua mente. Si accorgeva, però, della ripetitività delle attività lavorative, la stessa che scandiva la vita del piccolo borgo, Acerenza, ma che per Michele rappresentavano un ostacolo per la sua crescita e la voglia di dare sfogo alle sue idee.


    • L’esperienza romana dei fratelli De Bonis

Mosso da questo sentimento e dal desiderio di conquistare il mondo, Michele all'età di 17 anni abbandona il suo "nido".

Si separa dall'affetto di mamma Assunta, da papà Donato, dai fratelli Antonio, Annamaria e Cecilia, e con gran coraggio il 1° gennaio 1983 parte alla volta di Roma , “ … sorretto unicamente dalla forza delle sue gambe e dalla volontà di esplorare nuovi scenari “, queste le sue parole.

Nella città eterna trova lavoro presso due aziende di produzione di mobili e, dopo varie peripezie, riesce ad aprire la sua prima attività, la "Nuova Arte", che realizzava mobili rustici in legno massello.

La “Nuova Arte” però fu una parentesi da dimenticare.

Rialzatosi dalle esperienze negative, Michele nel giugno 1988 fonda la NATART, che con orgoglio definisce il capolavoro della sua vita.

Nel 1989 l'altra grande novità: arriva a Roma il fratello quindicenne Antonio !!

I due fratelli De Bonis, terribilmente uniti e determinati, cercavano di farsi spazio nell'intricato e complicato mondo lavorativo della Capitale, alternando vittorie e sconfitte, guidati sempre e comunque dalla “stella polare dell'onestà, il più grande valore scolpito da mamma Assunta sul petto dei due fratelli”.

La NATART a Roma lavora molto, realizzando commesse di alto livello ed anche per facoltosi clienti.

Ma le difficoltà ambientali non consentivano ai fratelli De Bonis di poter lavorare nel rispetto dei principi che li guidavano.

Fu così che maturò nelle loro menti e nei loro cuori la decisione di andare via dall’Italia e raggiungere il Canada nel giugno del 1995, senza alcun appoggio, in un nuovo mondo, “più freddo di quello romano, ma più pulito, più autentico”, come dice Michele.

Ed in Canada i fratelli De Bonis danno vita alla NATART FURNITURE.

Michele De Bonis
Antonio De Bonis

    • ... e poi la nuova vita in Canada!

I primi cinque anni sono stati avventurosi, trascorsi a costruire display per Tommy Hilfiger, Buffalo Jeans e Ralph Lauren.

Ma nel 2001 Michele e Antonio decidono ancora una volta di rinnovare la loro attività, dando vita alla NATART JUVENILE, poco prima dei fatti dell'11 settembre 2001 che preclusero la possibilità di partecipare alla importantissima Fiera di Las Vegas, la più importante del settore dei mobili per bambini del Nord America.

Ma le esperienze del passato e le sfide future spingono i fratelli De Bonis a rafforzare lo spirito di cooperazione, attuando una serie di investimenti ed espansioni tecnologiche (2004, 2011, 2013), aprendo nuovi mercati anche all’estero fra il 2007 e il 2009, per raggiungere la Cina, Taiwan e Singapore, resistendo alla grave crisi economico-finanziaria del 2009.

Il successo della NATART JUVENILE è stato tangibile ed evidente. Molti dei loro concorrenti si sono "inabissati", come afferma Michele; alcune prestigiose multinazionali del settore (inclusa la "Ragazzi furniture" ) sono crollate.

Al contrario ancora oggi NATART JUVENILE, dati alla mano, risulta essere la più solida, la più liquida e la più profittevole azienda nel campo delle camerette per neonati e bambini del Nord America.

E, come dice Michele, tutto è partito da un pezzo di legno....

La versione in inglese

    • Le famiglie di Michele e Antonio

La famiglia di origine di Michele ed Antonio è composta da: papà Donato, mamma Assunta e le due sorelle Annamaria e Cecilia.

I genitori di Michele ed Antonio vivono ad Acerenza.

Papà Donato
Mamma Assunta
I fratelli De Boni da giovanis: Cecilia, Annamaria, Michele e Antonio
La famiglia di Michele è composta dalla moglie Patricia e dalle due figlie Claudia e Martina Grace
La famiglia di Antonio è composta dalla moglie Vivian e dalle due figlie Giuliana ed Amanda

    • Il binomio perfetto: Michele e Antonio

Quasi tutto quello che è stato qui riportato è stato scritto da Michele.

Io ho solo messo a disposizione questo spazio. E l’ho fatto con vero piacere.

Storia, questa, dei fratelli De Bonis che continua e che, ne sono sicuro, ci riserverà ancora tante piacevoli sorprese.


Bravi ragazzi !!



Dino Salese (Pescara, dicembre 2014)


 Copyright  2012 - 2024  -  www.acerenzadiffusa.it by Dino Salese  -  All rigths reserved
Torna ai contenuti