Acerenza diffusa in Italia e nel Mondo

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Quartiere Argentina / Spagna, Via Rosario / Cambrils  


     


Miguel Monaco
Lettera a sua nipote Adriana  -  Carta a su nieta Adriana




    • Miguel Monaco

Di seguito c'è la storia della famiglia di Miguel Monaco, nato in Argentina da acheruntini lì emigrati.
Oggi vive in Spagna e gestisce il ristorante ERA VAQUERIA a Montbrio del Camp (Tarragona).

Ha voluto raccontare la storia della famiglia in una lettera indirizzata a sua nipote Adriana, affinchè possa continuare a scrivere altri capitoli del loro racconto di vita.

Grazie Miguel !!!




    • Carta de Miguel Monaco a su nieta Adriana

" DE LUIGI A ADRIANA

A mediados del 1800 en Basilicata , provincia de Potenza hay un burgo medieval llamado Acerenza , ubicado sobre una colina de 900 metros de altura y circundada por una muralla con tres puertas de ingreso,  una de las cuales recibió el nombre de San Canio en honor a su santo patrono, Vivian dos familias la compuesta por Luigi Mónaco y Teresa Giammatista con sus dos hijos Canio y Donato, La otra familia era la compuesta por Antonio Salese y Maddalena Mazzaro, y sus hijas una de ellas de llamada Marianna.

Canio, mi abuelo tenía el apodo de “ Icciu Campanid”, sobrenombre que recibió por parte de la familia materna y Marianna mi abuela recibe el sobre nombre de “ Carbone”, del matrimonio tuvo cinco hijos, Luigi, Canio, Donato, Giuseppe, Rosina.

Luigi mi padre nació en Acerenza el 14 de junio de 1914, cuando llega la edad de hacer el servicio militar marcha del pueblo rumbo al destino que le habían asignado y al regresar a la casa paterna se entera que sus padres habían pactado un noviazgo con la hija de otra familia residente en el pueblo.

La familia estaba compuesta por Pietro Benedetto, conocido con el sobrenombre de “U Girat” debido a que su trabajo como pregonero por los diferentes pueblos, su mujer Antonia Cancellara y sus hijos, uno de ellos de nombre Michelle se casa en segundas nupcias con Giuseppina Mónaco, hija de Canio Mónaco y Angela Cuviello.
 
Giuseppina , mi abuela era conocida con el mote de “La Fornacciara” porque regentaba un horno de pan, ella y Michelle tienen tres hijos que reciben el nombre de Pietro, Anna Y Anunziata.
 
Anunziata, mi madre, es la novia que los padres habían pactado para Luigi, así que según las costumbres de la época se casan y nacen tres hijos, Stella, Canio y Giuseppina, aunque las niñas fallecen con 15 y 5 años y se quedan solo con el hijo varón.
 
Durante la guerra mi padre Luigi es destinado a Trípoli a luchar en el frente de batalla, allí es condecorado con el diploma de “ Tiratore scelto” y ascendido a sargento, con la fortuna de regresar a casa sano y salvo comienza una nueva etapa en Acerenza, se inscribe como guarda forestal, pero no sabía que le esperaba otro destino una vez más lejos de su pueblo.

Su suegro Michelle y su cuñado Pietro habían emigrado a la Argentina, concretamente a Rosario, y lo convencen para dar el paso de marcharse ya que el país ofrecía grandes oportunidades de trabajo y desarrollo.

Al llegar a Rosario aconsejado por Pietro entra a trabajar en los ferrocarriles como instalador de vías y mantenimiento, pero gracias a sus capacidades y tenacidad le ascienden a jefe instructor de sección de vías y obras con bastante personal a su cargo.

Un año después mi madre y mi hermano Canio de 9 años se reúnen con él en Rosario y el 7 de septiembre de 1951 mi madre me da a luz y deciden ponerme Miguel en honor a mi abuelo materno.

Tanto mi padre como mi madre se esforzaron siempre para darnos la mejor educación y trasmitir unos valores para llegar a ser hombres de bien e intentar mantener viva la cultura, idioma y costumbres típicas de Acerenza, ya que nunca olvidaron sus raíces, nos heredaron el don de contar las vivencias propias en forma de historia., el gusto por la lectura y el carácter jovial.

Así como mis padres marcharon de su país para iniciar una nueva vida en Argentina llegaron gente de muchas partes del mundo y el barrio donde mi crie era un crisol de nacionalidades.

Una de esas familias era la compuesta por Rodolfo Manzur, hijo de libaneses afincados en Rosario y Nelly Ludueña hija de madrileño y criolla con sus dos hijos Alicia y Rodolfo.

Alicia con la cual me casé y con la que tenemos 4 hijos Carolina, Pablo, Leandro y Melisa, decidimos marchar en 1990 de Rosario a buscar un mejor futuro, vivimos en Acerenza y en Turín y en 1993 nos trasladamos a Cambrils, provincia de Tarragona, una villa marinera donde residimos actualmente, aquí mi hija mayor conoce a Francesc y de esta unión nace Adriana a quien va dirigida esta carta y encargada de continuar escribiendo los capítulos de la historia familiar.

Abuelo Miguel "


    • Lettera di Miguel Monaco a sua nipote Adriana

"  DA LUIGI A ADRIANA

A metà del 1800 in Basilicata, in provincia di Potenza, c’era (e c’è ancora) un borgo medievale chiamato Acerenza, posto su un colle a circa 900 metri di altezza e circondato da una cinta muraria con tre porte d’ingresso, una delle quali ha preso il nome di “Porta San Canio” in onore del suo santo patrono.

Vivevano due famiglie: una composta da Luigi Monaco e Teresa Giambattista con i loro due figli, Canio e Donato, e l'altra composta da Antonio Salese e Maddalena Mazzaro, con le loro figlie, una delle quali di nome Marianna.

Mio nonno Canio aveva il soprannome " Campanidd’ ", soprannome ricevuto dalla sua famiglia materna. Marianna, mia nonna, aveva come soprannome "Carvun’ ". Dal loro matrimonio nascono cinque figli: Luigi, Canio, Donato, Giuseppe e Rosina .

Mio padre Luigi nacque ad Acerenza il 14 giugno 1914.
Quando raggiunse l'età per prestare il servizio militare, andò via da Acerenza verso la destinazione che gli era stata assegnata.
Al suo ritorno alla casa paterna scoprì che i suoi genitori avevano accettato un fidanzamento con la figlia di un'altra famiglia residente in paese.

La famiglia era composta da Pietro Benedetto, noto con il soprannome di "U’ Sc’r’a’t’", per la sua attività di banditore per i diversi paesi, da sua moglie Antonia Cancellara e dai loro figli, uno dei quali di nome Michele sposa in seconde nozze Giuseppina  Monaco, figlia di Canio Monaco e Angela Cuviello.

Mia nonna Giuseppina era conosciuta con il soprannome " La Furn’ar’ “ perché gestiva un forno per il pane.
Lei e Michele hanno tre figli: Pietro, Anna e Annunziata.

Annunziata, mia madre, è la sposa che i genitori avevano concordato per Luigi. Così, secondo le usanze del tempo, si sposano e nascono tre figli: Stella, Canio e Giuseppina. Le bambine muoiono quando hanno 15 e 5 anni e restano solo con il figlio maschio.

Durante la Seconda Guerra Mondiale mio padre Luigi fu assegnato a Tripoli per combattere sul fronte di battaglia. Lì fu insignito del diploma di "Tiratore scelto" e promosso sergente, con la fortuna di tornare a casa sano e salvo.

Ad Acerenza inizia una nuova tappa: si iscrive come guardia forestale. Ma non sapeva che lo attendeva un'altra destinazione, nuovamente lontano dal suo paese.

Suo suocero Michele e suo cognato Pietro erano emigrati in Argentina, a Rosario, e lo convinsero a partire poiché quel paese offriva grandi opportunità di lavoro e di sviluppo.

Arrivato a Rosario e su consiglio di Pietro, Luigi inizia a lavorare nelle ferrovie come installatore e manutentore di binari. Ma grazie alle sue capacità e alla sua tenacia viene promosso Capo Istruttore della sezione binari e lavori, con un gran numero di persone sotto la sua responsabilità.

Un anno dopo mia madre Annunziata e mio fratello Canio, di soli 9 anni di età, lo hanno raggiunto a Rosario. Il 7 settembre 1951 mia madre mi dà alla luce e decidono di chiamarmi Miguel in onore di mio nonno materno.

Sia mio padre che mia madre si sono sempre sforzati di darci la migliore educazione, trasmettere valori per diventare brave persone e cercare di mantenere viva la cultura, la lingua e le usanze tipiche di Acerenza.

Poiché non hanno mai dimenticato le proprie radici,  ci hanno tramandato il dono di raccontare le  esperienze sotto forma di storia, il gusto per la lettura ed il carattere gioviale.

Proprio come i miei genitori, che lasciarono il loro paese per iniziare una nuova vita, in Argentina la gente veniva da molte parti del mondo ed il quartiere dove sono cresciuto era un crogiolo di nazionalità.

Una di queste famiglie era composta da Rodolfo Manzur, figlio di un libanese residente a Rosario, e Nelly Ludueña, figlia di uno spagnolo di Madrid, con i suoi due figli Alicia e Rodolfo.

Mi sono sposato con Alicia e abbiamo avuto quattro figli: Carolina, Pablo, Leandro e Melisa.
Abbiamo deciso di lasciare Rosario in Argentina nel 1990 per cercare un futuro migliore.
Abbiamo vissuto ad Acerenza e Torino.
Poi nel 1993 ci siamo trasferiti a Cambrils, provincia di Tarragona , cittadina di mare dove attualmente risiediamo.

Qui la mia primogenita Carolina incontra Francesc e da questa unione è nata Adriana a cui è indirizzata questa lettera, che permetterà di continuare a scrivere i capitoli della storia familiare.

Nonno Miguel "



Dino Salese (Pescara, dicembre 2020)

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