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Quartiere Italia, Via Castelli Romani





Domenico Gilio
Le poesie


STRADE DI ACERENZA

Premiata al Concorso Letterario Internazionale dei Monti Lepini XIII Edizione 2008.
Verbale della Giuria:

Poesia intrisa di miti e di classiche divinità, sempre muovono i fili degli uomini Caso, Caducità, Fortuna, Principio e Svolgimento.
Nelle strade di Acerenza, città natale del poeta, inizia il viaggio e sovente vi tornano la mente e il cuore.
E’ sconvolto il paesaggio ora, non più voci, non più presenze e le case vuote e dirute invitano alla prudenza: è pericoloso il viaggio della memoria se non ci si pone di fronte al passato con l’immutato candore delle piccole vite!
Ma l’uomo dubbioso è attanagliato dalle tante domande esistenziali e, trapassando il mondo di fiabe, le infanzie fiorite, oltre la memoria, cerca il perché di tutto.


STRADE DI ACERENZA

Le strade di Acerenza che attraverso,
specchio di un me profondo, non più vive;
le ha devastate un vento,
che ogni seme fecondo ha poi disperso.

Case dirute, dai tetti riversi,
anch’io sopravvissuto, d’altra vita,
che nell’indifferenza
      è andata via, sparita
e non è benedetta dalla terra.

Gli scalcinati muri, i chiusi vuoti,
un tempo turbinosi
      di strida e di vocii,
ora un’eco sbiadita,
      che ripete
       sommessamente: attento!
        Non è impune
         l’andare;
la vita ha in serbo un conto  
      che tu dovrai saldare…

Ma primavera torna.
      Con immutati gridi
i passeri saltellano,
dagli occhi vividi, le piumose ali;
ammassano fuscelli per i nidi.
Sono dentro la luce
       e spandono allegria.  
Come le rondinelle
che migrano da ignoti continenti.

Solo ai figli dell’uomo
      sotto il peso del dubbio
altra norma s’impose, altra promessa.
Il rischio e la domanda
      inascoltata
       sul perché del tutto.

Sotto immemore crollo  
      geme un mondo  di fiabe,
di dolci amplessi, di sussulti e corse
delle infanzie fiorite.
      Nelle mani
       della Fortuna è il gioco.
        Un solo dado
lancia la Dea bendata.
      Bisogna essere
       vigili nell’ora
che la terra da un trono di splendore
apre il suo grembo d’oro
      a rinnovare  
       il mito. Sarà l’uomo
pronto a incontrare  Dio?




Dino Salese (Pescara, agosto 2020)

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