Acerenza diffusa in Italia e nel Mondo

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Quartiere Lussemburgo, Via Bertrange





Canio Simone
Acheruntino nel mondo




    • Canio Simone e "ACHERUNTINI NEL MONDO"

Alcuni anni fa, forse era il 2015, in una calda serata estiva passeggiavo in Piazza ad Acerenza e mi sento chiamare.

Una persona si avvicina e mi dice: "Sono Canio Simone e vivo in Lussemburgo".
Mi porge due adesivi con la scritta "ACHERUNTINI NEL MONDO", adesivi che anni prima aveva fatto stampare in segno di grande affetto per il paese natio e che, credo, con piacere regalasse a chi di noi vivesse altrove.

Ho avuto sempre vivo questo fugace incontro e oggi, con l' "affettuosa complicità" di un amico, voglio condividere questa storia di emigrazione, di sacrificio e di affermazione.








    • Chi è Canio Simone

Canio Simone nasce ad Acerenza nel 1939 da Maria Cataldo e Giuseppe Simone, secondo di due figli maschi (il primo di nome Vincenzo).
Nel 1942, due anni dopo la sua nascita, con l'ingresso in guerra dell'Italia, il padre venne inviato sul fronte albanese, dal quale però non fece mai ritorno.

Dopo un'infanzia difficile, trascorsa e segnata da quattro anni di guerra, frequenta le scuole elementari e, appena adolescente, inizia a lavorare.

La madre Maria  lo affida come apprendista al Maestro Canio Giuseppe Giordano, esperto e apprezzato artigiano
calzolaio, e nella sua bottega Canio apprende con profitto il mestiere, tanto da rilevare, a metà degli anni '50 del '900, la bottega del suo Maestro.

Poco tempo dopo, verso la fine degli anni cinquanta, parte per Roma, dove inizia una nuova esperienza: cameriere nel ristorante di proprietà dello Zio Antonio, fratello della madre.
Si appassiona talmente alla nuova professione che, dopo alcuni mesi, il desiderio di migliorare la sua professionalità lo porta a lasciare la capitale per Viareggio, dove si iscrive all'Istituto Alberghiero e frequenta, con grande profitto, la scuola per camerieri.
Terminato il ciclo di formazione professionale, la direzione della scuola gli propone di andare in Inghilterra.
Dopo una breve sosta a Londra, parte per la Cornovaglia e si stabilisce a Bristol.




Dopo circa sei anni trascorsi in Inghilterra in un famoso ristorante della città britannica, a Canio ritorna la voglia di fare nuove esperienze, sempre nel settore della ristorazione, con la ferma volontà di arricchire ancora il bagaglio linguistico, oltre alla lingua inglese che ormai parlava molto bene.

Così approda in Germania, a Bonn, allora capitale della Germania Occidentale, dove viene assunto in un noto hotel- ristorante alla periferia della città tedesca. Nei circa due anni, con costanza ed impegno, apprende con buoni risultati anche la lingua tedesca.

Canio, non ancora pago del livello raggiunto, con l'inesauribile voglia di fare nuove esperienze e imparare una nuova lingua, lascia la Germania e si dirige nel Granducato del Lussemburgo, stabilendosi nella capitale del piccolo stato nel 1966.
Il suo curriculum e la conoscenza delle due lingue straniere, più la lingua madre, gli danno la possibilità di essere immediatamente assunto nel più importante hotel-ristorante della capitale, il "Grand Hotel Cravat", sito nel centro della città.
Il grand hotel si affaccia sulla verde vallata della Petrusse, il fiume che attraversa la capitale, con vista sul famoso "Pont Adolph", uno dei simboli della città, un ardito ed elegante elemento architettonico del XIX sec., che scavalca tutta la vallata.


  


Ogni anno, Canio torna in famiglia ad Acerenza, per trascorrere le vacanze, e in uno di questi incontra Caterina, appena maggiorenne, figlia del suo Maestro Canio Giuseppe, e d'improvviso scocca la scintilla.
Dopo due anni, il 30 dicembre del 1967, i due innamorati convolano a nozze e Canio, ritorna felice con la sua amata nel Granducato.

Canio Simone con la mamma Maria Cataldo, il fratello Vincenzo e la sposa Caterina Giordano




Canio Simone con la moglie Caterina in Lussemburgo



Il 23 giugno del 1969, giorno della festa nazionale, nel reparto maternità di Lussemburgo nasce Giuseppe, da tutti conosciuto come Pino.
A distanza di due anni arriva anche Maria Antonella.
Entrambi frequentano con profitto le scuole primarie e secondarie europee e dopo il baccalaureato vengono in Italia per gli studi universitari.



Nel frattempo, nella capitale Lussemburghese, le istituzioni europee dei primi sei stati (Belgio, Olanda, Lussemburgo, Italia, Francia e Germania), cominciano ad espandersi e ad aprire, in città, nuovi uffici politici, economici e amministrativi, con la ricerca di nuovo personale.

Nel febbraio del 1969 Canio presenta il suo curriculum alla Banca Europea Investimenti, già operativa da qualche anno.
La sede della banca è di fronte al Grand Hotel Cravat, dove lavora.
Dopo un colloquio con i dirigenti amministrativi della BEI, forte della conoscenza di tre lingue (tedesco, francese e italiano), viene assunto e il suo primo incarico è quello di addetto alla reception.

Con l'entrata dell'Inghilterra nella Comunità Europea, il 1 gennaio del 1973 gli viene affidato l'incarico di autista del Vice Presidente inglese, per la buona conoscenza della lingua.
L'incarico di autista addetto alla vice presidenza gli viene rinnovato successivamente, al cambio del nuovo rappresentante della Gran Bretagna.

Il lavoro, delicato e di grande responsabilità, viene svolto da Canio per oltre trent'anni, sempre con professionalità, puntualità, correttezza, competenza e attaccamento al dovere, sempre alla guida di un'auto rigorosamente inglese, la mitica Jaguar.




Con l'auto di servizio e gli illustri passeggeri, viaggia per tutta l'Europa, nei Paesi della CEE e nei Paesi associati, ove la BEI - Banca Europea degli Investimenti finanzia grandi opere. Da Lussemburgo a Bruxelles, da Parigi a Berlino, da Amsterdam a Roma, fino a Belgrado e in tante altre città.






Tutti i vice presidenti inglesi avvicendatisi, nonché lo stesso Presidente, hanno avuto grande stima di Canio.
Tutti indistintamente lo hanno rispettato, amato e lo hanno sempre chiamato per nome, senza alcuna difficoltà, un nome a loro conosciuto, lo stesso del protagonista de "I Pagliacci", opera del grande Maestro Ruggero Leoncavallo.

Dopo oltre tre decenni di servizio alle dipendenze della BEI, Canio si gode, da tempo, il meritato riposo.
Rimane con la famiglia in Lussemburgo, vivendo gran parte dell'anno nella sua bella e spaziosa abitazione unifamiliare, costruita con tanti sacrifici nei primi anni di lavoro, in uno dei comuni dell'hinterland della capitale, senza trascurare nè dimenticare la sua amata Acerenza, dove ritorna con la moglie Caterina più volte all'anno.


Canio Simone con il fratello Vincenzo



Canio Simone con Tonino Giordano e Nicolino Venosa





* Le foto e molte delle informazioni riportate sono state fornite da Tonino Giordano


Dino Salese  (Pescara, agosto 2020)

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