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Giuliano Pellegrino
Artista eclettico

         


    • Giuliano Pellegrino, un' artista eclèttico

Dal Vocabolario Treccani: il termine “eclèttico” deriva dal greco ἐκλεκτικός «che trasceglie» (der. di ἐκλέγω «trascegliere»).

Per estensione, nell’arte è eclettico l'artista che non segue una determinata corrente, ma sceglie e armonizza i migliori principî delle correnti artistiche alle quali fa riferimento.

Giuliano Pellegrino, nella sua vita di Artista, è stato sostanzialmente questo.




    • Giuliano Pellegrino, un' artista eclèttico

Nasce nel dicembre del 1934 ad Acerenza, nella casa dai grandi finestroni arcati nei pressi della Porta di San Canio, terzo di sette figli, da Giuseppe Pellegrino e Adele Di Tullio.

I fratelli di Giuliano sono: Michele, Gaetano, Maria Beatrice, Roberto, Emilio e Rosaria.




Papà Giuseppe Pellegrino e mamma Adele Di Tullio
1948 - Giuliano Pellegrino a 14 anni
La casa paterna di Giuliano oggi ad Acerenza

    • Giuliano - La sua vita

Papà Giuseppe era maestro edile e apprezzato decoratore, con spiccato e naturale talento per le attività artistiche, molto ricercato per dipingere affreschi, che abbellivano le case gentilizie, e per le sue notevoli capacità di restauro.

E il talento artistico era nel DNA della famiglia Pellegrino. Ci sono tracce già nel nonno di Giuliano, Michele Pellegrino, nato nel 1876 ed emigrato a Buenos Aires nel 1909, dove aveva un’attività di opere artistiche.



Nonno Michele Pellegrino



L'attività artistica ha caratterizzato la vita e il lavoro della famiglia Pellegrino.

Il papà Giuseppe, con i suoi figli Michele, Claudio, Giuliano, Roberto ed Emilio, diede vita a un'impresa edile molto conosciuta, non solo ad Acerenza ma soprattutto nelle località lucane, fino in Puglia, Campania e Calabria.

Tra i fratelli, Giuliano, ben presto, si distinse per la sua spiccata predisposizione pittorica.
A scuola mostrava insofferenza per le materie "non creative e fantasiose" ed ai dettati d'italiano preferiva disegnare volti di Madonna e paesaggi naturali.

Ricordava perfettamente il dolore delle bacchettate del severo Maestro Polosa, che lo sorprese a disegnare la Madonna dell'Incoronata sul retro del foglio su cui doveva invece svolgere il problema di matematica.
Si impegnò un pò di più nello studio solo quando gli affidarono la realizzazione degli scenari da utilizzare sul palcoscenico per le recite scolastiche.

Conseguita la licenza elementare lasciò la scuola spinto da quel bisogno di dare sfogo alla sua creatività. Le aule scolastiche erano per lui soffocanti e il suo unico desiderio era quello di seguire il papà Giuseppe sul lavoro.

Giuliano voleva apprendere i segreti delle attività artistiche, del disegno, dell'architettura, della preparazione dei colori con le terre e con il piombo, della scultura, del decorare con affreschi, del dipingere.

E lo raccontava sempre un’anziana zia di Oppido Lucano.
Quando incontrò per la prima volta Giuliano, era un ragazzino di 10 anni, mingherlino ma dallo sguardo vivace. Era lì per lavorare con il papà e doveva affrescare il rosone sulla volta.
Papà Giuseppe trascinò al centro del salone un grande tavolo, sopra vi sistemò una lunga scala a forbice su cui fece salire il figlioletto Giuliano.
La zia lo vide arrampicarsi su quella scala, armato di pennello e tavolozza e fu così che Giuliano realizzò la sua prima “opera d'arte”.

Da allora Giuliano prese in mano il suo destino e iniziò la sua vita di Artista.

Conosciuti per la loro professionalità, che li portava continuamente in viaggio, Giuliano e i suoi fratelli lavorarono in ogni ambiente: dalle chiese ai ristoranti, dagli uffici pubblici agli alberghi, dalle ville private ai palazzi nobiliari e ovunque lasciarono l'impronta della loro creatività.

Giuliano, ormai ventenne e sempre più desideroso di fare nuove esperienze (affermava di essere Pellegrino di nome e di fatto) decise di lasciare l'impresa di famiglia e si trasferì a Roma dove lavorò con importanti artisti nella famosa Via Margutta.
La parentesi di vita romana fu per lui molto formativa e gli diede l'occasione di lavorare con grandi architetti, non solo nel Lazio ma anche in Umbria.




Giuliano Pellegrini a Roma

Ritorna poi nella sua Acerenza poichè il richiamo degli affetti prende il sopravvento anche in un animo libero e indipendente: naturalmente non sono solo affetti prettamente familiari ma è vivo in lui il desiderio di costruirsi una famiglia con quella ragazza che aveva conosciuto da adolescente nel teatrino parrocchiale: lei era la protagonista delle recite teatrali, lui era lo scenografo.

Nell'ottobre del 1960 sposa così Antonietta, una donna che, con il suo carattere riservato ha saputo con grande amore e dedizione, gestire un uomo dalla personalità eccentrica, anticonformista, insofferente alle convenzioni ed alle apparenze.

Nel 1961 la famiglia Pellegrino (genitori e fratelli) si trasferisce a Toronto in Canada, ma Giuliano è l'unico a non accettare di andar via dalla sua terra natìa: ha capacità ed esperienza per vivere in autonomia la sua vita professionale e, soprattutto, dedicarsi alla sua famiglia.
Ben presto nasceranno due figlie: la primogenita Delia (1961) a cui seguirà Mariella (1968).


Giuliano Pellegrini e Antonietta Caronna nel 1960

Trascorrono anni di vita serena, caratterizzati da una intensissima attività lavorativa e artistica.

Nel 1995 a soli 60 anni, però, il nostro Giuliano ci lascia.

Il suo ricordo, il suo sorriso, la sua bontà, la sua tolleranza, il suo altruismo, la sua professionalità sono ancora oggi importante e generosa eredità, non solo per i suoi familiari, ma per tutta la nostra comunità.


Grazie Maestro Giuliano !!!







    • Frammenti della poliedrica attività artistica


            • Alcuni dei quadri di Giuliano Pellegrino


            • Alcuni restauri di Giuliano Pellegrino


            • Carri di Carnevale disegnati e allestiti da Giuliano Pellegrino


            • Alcuni dei disegni di Giuliano Pellegrino


            • Altre realizzazioni di Giuliano Pellegrino


            • Giuliano Pellegrino con il Cardinale Corrado Ursi, già Arcivescovo di Acerenza, in occasione della realizzazione della Sua cappella privata


            • I premi di Giuliano Pellegrino





            • Un ricordo delle figlie Delia e Mariella






Dino Salese (Pescara, aprile 2020)

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