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Quartiere Italia, Via Castelli Romani





Domenico Gilio
Le poesie


PRIMAVERA 2001

Vincitrice al Concorso Letterario Internazionale dei Monti Lepini 2002.
Motivazione:
Affiorano in questi versi note di grazia contemplativa. Con la sensibilità dei lirici greci e con candore francescano, si anima un amabile scenario: incipienti erbe e timide pratoline tessono la veste della Primavera, leggiadra immagine che scorre tra cardellini, crocchi e melodie foriere d’altro tempo.
Passerà “la madre dei mutamenti”, ma sempre lo stupore del poeta accoglierà il suo ciclico tornare. I versi traducono gioia della luce e incanto dei colori in un quadro inebriante. “Nel giubilo dei verdi seminati” germina una suadente speranza.


PRIMAVERA 2001                  

Primavera che germini,
al sole di febbraio,
felice delle erbe umili dei prati,
dei capolini delle margherite.
Inconosciuta ai passi frettolosi,
oltre sospinti, estranei, indifferenti.
Non un sogno apollineo avventuroso
né ebbrezza dionisiaca
dà fremito di danza al tempo dato:
melodia circolare,
un grumo di materia, sole e vento.

Con una piuma di oca, ritrovata
sotto uno strato antico, oltre l’oblio
oscuro della vita,
io traccio un segno lieve: la parola,
rigagnolo di valle, adamantino,
al raggio del mattino,
alla luce che abbacina,
epifania del quotidiano esistere.

Il tempo si ripete col sorriso
di un bambino. Se un giorno di gennaio
da un baratro di cielo
inaspettato candore sfarina,
inscoperto deserto prende vita
di gioiose fontane;
delle festose folle nelle piazze.
Il cicaleccio squilla
sugli alberi la sera.

Madre dei mutamenti, Primavera,
che mescoli misura e leggerezza,
e porti nuova luce e la vertigine
del Dubbio e dell’Angoscia,
ché non vi è spada atta a fermare il tempo
né amore che redime dalle insidie
nascoste delle tenebre. Fiorisci
polimorfa follia,
nel giubilo dei verdi seminati,
nel palpito che veste
di porpora regale il pettirosso,
spia vigile dell’uomo nei vigneti.
E il cardellino irradia gloria effimera
nei campi, melodiosa.
Odorosa di crochi, incorruttibile,
Primavera, ti perdi,
nel cammino dei giorni di ogni cosa.




Dino Salese (Pescara, agosto 2020)

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